Con l’arrivo della primavera, il giardino torna a essere protagonista e riprendono le attività di cura e manutenzione degli spazi verdi. Tuttavia, spesso queste operazioni vengono svolte senza una reale consapevolezza dell’impatto ambientale che possono avere alcune pratiche di giardinaggio, come l’impiego di attrezzature alimentate a benzina o la combustione dei residui vegetali. Analizziamo più nel dettaglio questi aspetti.
Le attrezzature da giardinaggio
Le attrezzature da giardinaggio alimentate a benzina, come tosaerba, decespugliatori e soffiatori di foglie, rappresentano una fonte significativa di inquinamento atmosferico, spesso sottostimata. Secondo i dati dell’Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti, nel 2020 queste attrezzature hanno prodotto ben 30 milioni di tonnellate di anidride carbonica.

Queste emissioni contribuiscono in modo rilevante all’aumento dei gas serra nell’atmosfera. Oltre all’anidride carbonica, tali macchinari rilasciano particolato fine, metano, composti organici volatili e ossidi di azoto, tutte sostanze dannose sia per la salute umana che per l’ambiente. L’uso prolungato di queste attrezzature può incidere negativamente sulla qualità dell’aria, soprattutto nelle aree urbane e suburbane.
È importante sottolineare che l’efficienza di combustione di molte attrezzature da giardino è spesso inferiore rispetto a quella delle automobili moderne, il che si traduce in emissioni più elevate per ogni litro di carburante consumato. Scegliere sistemi più innovativi, puliti e sostenibili per la manutenzione del verde può quindi contribuire in modo significativo alla riduzione dell’inquinamento atmosferico.
La combustione dei residui vegetali
La pratica di bruciare foglie, sterpaglie e rami di potatura è ancora diffusa in molte zone rurali e periferiche, sebbene sia regolamentata dalle amministrazioni locali. Studi recenti hanno evidenziato che la combustione dei residui vegetali da giardino produce quantità di inquinanti atmosferici tutt’altro che trascurabili. Per ogni chilo di rifiuti verdi bruciati si generano notevoli emissioni di particolato.

Queste emissioni possono essere fino a 30 volte superiori rispetto a quelle prodotte dalla combustione della legna in una stufa domestica. Il fumo derivante dalla combustione dei residui vegetali contiene sostanze cancerogene come gli idrocarburi policiclici aromatici, che rappresentano un rischio per la salute umana e per l’ambiente. Inoltre, il fumo contribuisce alla formazione di smog e al peggioramento della qualità dell’aria.
La combustione incompleta di rami, foglie e altri residui organici, così come della legna da giardino, non va sottovalutata: è responsabile della formazione di idrocarburi policiclici aromatici, la cui esposizione può causare disturbi respiratori e aumentare il rischio di sviluppare patologie gravi come il cancro. È quindi fondamentale valutare metodi alternativi e più sostenibili per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti vegetali provenienti dal giardino.
Confronto con le automobili
Potrebbe sembrare sorprendente, ma alcune attrezzature da giardino alimentate a benzina possono emettere quantità di inquinanti atmosferici pari o addirittura superiori a quelle prodotte dalle automobili. Un recente studio ha dimostrato che un soffiatore di foglie a due tempi può rilasciare quasi 300 volte più inquinanti rispetto a un pickup nello stesso intervallo di tempo.

Inoltre, l’utilizzo di un tosaerba a benzina può generare emissioni paragonabili a quelle di un’automobile che percorre circa 50 chilometri. Questi dati mettono in luce la necessità di ripensare l’uso di attrezzature da giardino tradizionali e di orientarsi verso soluzioni più sostenibili, senza però rinunciare all’efficienza nella manutenzione degli spazi verdi.
Questo non significa necessariamente dover tornare a metodi manuali, che richiedono tempo ed energie considerevoli. Soprattutto nei giardini di grandi dimensioni, è possibile optare per attrezzature elettriche o alimentate a batteria. Sebbene anche queste soluzioni abbiano un impatto ambientale, esso risulta comunque inferiore rispetto alle alternative a benzina, contribuendo così a ridurre le emissioni complessive.
Alternative sostenibili
Per minimizzare l’impatto ambientale delle attività di giardinaggio, è consigliabile adottare pratiche, tecniche e strumenti più sostenibili. L’utilizzo di attrezzature manuali, elettriche o a batteria – come tosaerba elicoidali a spinta, modelli cablati o alimentati da pannelli solari – permette di ridurre sensibilmente le emissioni inquinanti e, al contempo, di limitare l’inquinamento acustico rispetto ai dispositivi a benzina.

Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti vegetali, il compostaggio rappresenta una soluzione valida, efficace e sostenibile rispetto alla combustione. Questa pratica consente di trasformare i residui organici in un fertilizzante naturale, prezioso per favorire la crescita, la fioritura e la fruttificazione delle piante, migliorando la salute e la fertilità del suolo.
Il compostaggio non solo riduce le emissioni inquinanti nell’aria, ma promuove anche il riciclo, la riduzione degli sprechi e una gestione più virtuosa dei rifiuti vegetali. Infine, la scelta di piantare specie autoctone e resistenti nel proprio giardino contribuisce a ridurre la necessità di interventi di manutenzione e l’uso di attrezzature inquinanti, favorendo un approccio più sostenibile e rispettoso dell’ambiente.